Chi ha contribuito a far crescere la Sezione Italiana EAGE SEG
Agli inizi del 2000 pensammo che fosse giunto il momento di creare l’associazione di tutti i geofisici applicati italiani e, nel far ciò, di legarsi a due società geofisiche internazionali, la EAGE e la SEG, sollevando qualche – diciamo così – “perplessità” nei rispettivi consigli direttivi. Ma, tant’è, l’esperimento è riuscito e ad oggi la nostra associazione, oltre alle molte iniziative intraprese, ha più volte svolto il suo ruolo di rappresentanza a vari livelli istituzionali.
La Sezione Italiana EAGE-SEG consente ai geofisici italiani di fare massa critica per avere un peso significativo in ambito internazionale. Essa rappresenta inoltre l’interfaccia ufficiale con EAGE e SEG, che ci facilita l’accesso alle loro lectures ed alle loro cariche istituzionali.
Nel già lontano 2001, è nata l’idea della creazione della sezione italiana EAGE-SEG, il cui atto fondativo ha avuto luogo in un ufficio notarile a Trieste, in presenza di un gruppo di geofisici dell’OGS: Sergio Persoglia, Aldo Vesnaver, Flavio Poletto, Fabio Cavallini e me. È un piacere notare che da allora la sezione ha organizzato numerosi incontri annuali per i geofisici attivi nell’esplorazione e produzione di idrocarburi, e per altre specialità geofisiche, che hanno fortemente contribuito allo sviluppo delle scienze della terra in Italia.
La cosa più importante di un lavoro è la sua qualità. Spero che la Sezione Italiana EAGE-SEG aiuti a far crescere la qualità della nostra ricerca e della nostra professionalità.
L’EAGE-SEG è un mix di industria, accademia e enti di ricerca, ideale per lo sviluppo della geofisica applicata. In questo contesto sinergico, abbiamo organizzato due convegni sulla geofisica non sismica a Capri, molto apprezzati in tutto il mondo e di cui ancor oggi tanti chiedono la replica (EGM).
La partecipazione alle società professionali quali EAGE e SEG è stata per me importante sia per gli incontri personali che ho avuto, sia per le nuove discipline con cui mi sono confrontato. Ho scoperto così i tanti modi con cui si possono affrontare e risolvere i problemi tecnici di comune interesse. Nei miei più di 40 anni di partecipazione a EAGE e SEG ho imparato a imparare: il piacere di leggere ed ascoltare idee nuove ed interessanti si rinnova continuamente.
E’ bello vedere, a distanza di quasi 20 anni, come è cresciuta l’iniziativa nata allora da 5 ricercatori dell’OGS che volevano dare continuità ai rapporti che sembravano loro importanti e direi essenziali con i colleghi di altri istituti, università e compagnie che incontravano ai congressi annuali del SEG e della EAGE. Da quella idea di vent’anni fa sono nate collaborazioni, progetti ed amicizie che attestano la bontà di quell intuizione.